giovedì 1 novembre 2007

A casa di Sara

A casa di Sara torno indietro nel tempo. La conosco da quando andiamo alle elementari, e sebbene al liceo le nostre strade si siano divise, dopo quasi dieci anni ci siamo ritrovate, riunendo con Katia il trio di una volta. Da quel momento ci vediamo circa due volte all'anno, anche se abitiamo solo a dieci chilometri di distanza. Da quel momento lei - col suo fidanzato - si è fatta la casa, con la piscina, e questa casa è sempre aperta agli amici.
Ogni volta che entro in quella casa mi sento come Proust quando mangia la sua madleine. Ritrovo me stessa, la mia storia, il mio passato, da dove vengo, mi sento a casa.
Mi sento di non avere mai lasciato davvero le mie amiche dei campeggi dei quindici anni, mi sento di avere ritrovato un tesoro di ricordi e di sentimenti che avevo dato per persi col tempo che è passato, sbagliando alla grande.
Ieri sera con Katia siamo andate a trovare Sara e il suo bimbo, in attesa di conoscere il secondo prima di Natale. Anche se passano mesi tra una rimpatriata e un'altra, ogni volta è sempre calda uguale. E abbiamo sempre cose da dire, da raccontare, da scambiare.
Ieri sera a casa di Sara ho mangiato la mia madlein, che ho scoperto essere per me una cura che ogni tanto devo assolutamente fare.

1 commento:

Chiara ha detto...

Mi ritrovo molto nelle tue parole,
anch'io tempo fa ho scritto delle cose del genere sulle mie amiche di sempre.. il semplice fatto di avere delle persone che conosci da quando eri piccola e che indipendente da quanto assiduamente le vedi ti fanno sentire "a casa", al riparo da qualsiasi giudizio o incomprensione, è una cosa straordinaria.
Le tue parole mi hanno provocato un moto di nostalgia, sono mesi che non mi concedo una a serata come quella che hai descritto tu.. mi manca questo tipo di "cura", che nè lo yoga nè nessun altro rimedio potranno mai sostituire..